AUTORI
Federica Montefoschi
Lead Data Scientist & AI Risk Expert @Bip xTech
Andrea Casati
Data Science Team Leader @Bip xTech, Responsible of Partnerships Development
con la collaborazione di:
Luca Bonali
Data Scientist @Bip xTech
Mattia Beretta
Expert Data Scientist @Bip xTech
Andrea Borsani
Data Scientist @Bip xTech
Il Ministero Italiano per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale ha pubblicato a Novembre 2021 il Programma strategico per lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale(1) (IA) dei prossimi anni (2022-2024). In questo articolo Bip riassume i punti salienti dell’articolo dandone un proprio punto di vista rispetto all’estesa visibilità che ha sia del mercato italiano che internazionale in ambito IA.
Contesto e obiettivo del Programma
L’IA è un tassello fondamentale nella transizione digitale della società. Maggiore produttività, sviluppo tecnologico e nuove opportunità per le aziende sono al centro degli sforzi del Governo. Lo scopo del Programma strategico per lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale è quindi definire la rotta e gli obiettivi che guideranno lo sviluppo di questa tecnologia nel paese.
L’analisi dettagliata del tessuto industriale, della ricerca, e della società evidenziano un grande potenziale ancora inespresso, eccellenze da valorizzare e lacune da colmare. Ad esempio, nel campo della ricerca si riscontrano buoni risultati rispetto a quantità e qualità degli articoli scientifici, ma una scarsa capacità brevettuale. L’indice di intensità della strategia di brevettazione (%brevetti mondiali/% pubblicazioni mondiali) in Italia è dello 0,07%, contro lo 0,29% in Gran Bretagna, 0,34% in Francia e 0,79% in Germania.
Allo stesso modo, l’introduzione nell’industria di nuove tecnologie provenienti dalla ricerca accademica è una nota particolarmente dolente. Il confronto con il mercato europeo evidenzia infatti un chiaro ritardo dell’industria italiana nell’implementazione dell’IA nei suoi processi. Il tasso di adozione di soluzioni IA presso le imprese italiane è del 35%, contro una media europea del 43%. Il mercato privato dell’IA in Italia ha raggiunto nel 2020 un totale di 300 milioni di euro, crescendo del 15% rispetto all’anno precedente, rappresentando però solo il 3% del mercato europeo. Secondo le aziende, gli alti costi d’adozione e la scarsità di finanziamenti pubblici sono le cause prime dietro questa tendenza.
Per ultimo, non solo il nostro paese è negativamente colpito da una fuga di talenti, ma risulta essere anche poco attrattivo per quelli esteri.
Inquadrata la situazione, il Governo ha definito un piano che mira ad affrontare tutte queste sfide senza trascurare aspetti come la sostenibilità ecologica e sociale, divario di genere e il supporto a realtà particolarmente svantaggiate.
La strategia prevede l’implementazione di 24 policies e finanziamenti per attuarle nei prossimi tre anni, declinate su tre aree di intervento e undici settori chiave. L’esito di questo piano sarà fondamentale per mantenere alta la competitività tecnologia del paese e per affrontare nel modo più proficuo le prossime sfide tecnologiche e sociali.
Cosa prevede il Programma
Le tre aree su cui si concentra il programma sono: Talenti e competenze, Ricerca, e Applicazioni.
Talenti e competenze
Il piano strategico mira a formare e trattenere profili specializzati nel campo STEM e nell’ambito dell’IA ad ogni livello. Vengono quindi previsti:
- fondi dedicati all’ampliamento dei corsi di dottorato, per attirare studenti di talento dall’estero ed incoraggiare il coinvolgimento delle aziende private;
- finanziamenti dedicati alle attività di ricerca per attrarre giovani ricercatori di alto profilo internazionale;
- percorsi dedicati per favorire l’ingresso dei dipendenti con lauree STEM e conoscenze specifiche nell’ambito dell’IA nella Pubblica Amministrazione;
- attività di promozione delle competenze STEM in tutti i cicli scolastici ivi inclusi gli Istituti Tecnici Superiori.
Ricerca
Considerato il gap italiano, il piano punta a colmare il divario tra ricerca fondamentale e ricerca applicata, favorendo le collaborazioni tra il mondo accademico, l’industria, gli enti pubblici e la società. Vengono quindi proposte iniziative specifiche per accelerare il time-to-market e promuovere iniziative di settore, oltre al lancio di una piattaforma italiana di dati e software dedicata alla ricerca sull’IA come base dati comune e open source.
Applicazioni
L’ultima area di intervento riguarda il campo delle applicazioni: la strategia italiana mira a favorire lo sviluppo delle piccole realtà, dell’imprenditoria femminile e di un adeguato contesto normativo e politico in grado di sostenere start-up ed imprese private.
Particolare attenzione è dedicata anche alla Pubblica Amministrazione, impegnata su due fronti:
- ottimizzare i processi amministrativi facendo leva sull’IA, migliorando ed efficientando i servizi rivolti a cittadini ed imprese;
- costituire il motore dello sviluppo dell’IA, grazie ai dati che produce ed al suo ruolo di potenziale acquirente di beni e servizi innovativi nell’ambito GovTech, nel rispetto di principi guida quali privacy by design, ethics by design e human centred design.
La PA è chiamata, pertanto, a svolgere un ruolo attivo nella rivoluzione dell’IA che investe il settore privato, attraverso elementi quali open data, strumenti di geolocalizzazione, acquisto di prodotti e servizi di IA, fondi per IA e sperimentazione di soluzioni IA.
Si propone, inoltre, di sviluppare un repository in lingua italiana in grado di accogliere file di testo, file audio e banche terminologiche per lo sviluppo delle applicazioni di IA quali text mining, chatbot, interfacce di conversazione, traduzione multilingue o generazione di testo.
Infine, il Ministero dell’Università e della Ricerca, il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale sono chiamati a garantire la governance della strategia nazionale per l’Intelligenza Artificiale, attraverso la creazione di un gruppo di lavoro permanente sull’IA all’interno del Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale.
Il PNRR rappresenta la principale fonte di investimento per l’attuazione del Programma.
Il nostro punto di vista
Il piano strategico nazionale per lo sviluppo dell’IA gioca un ruolo fondamentale nella diffusione di questa tecnologia e per il futuro del paese. Il documento presenta una dettagliata fotografia dello stato del settore della ricerca, delle aziende, e della società, determinando i punti critici su cui lavorare e le eccellenze da valorizzare. Molte delle iniziative proposte vanno nella giusta direzione, suggerendo collaborazioni tra ricerca, settore pubblico e privato, e promuovendo la conoscenza dell’IA su vari livelli.
Anche alla luce del confronto con i piani di altre nazioni, quale ad esempio la National Strategy del Governo britannico(2), è tuttavia auspicabile che il Programma strategico per lo sviluppo dell’IA in Italia porti alla definizione di un piano d’azione di dettaglio degli interventi da implementare ed all’identificazione di meccanismi e strumenti di governance, monitoraggio e controllo efficienti ed orientati al risultato.
Sotto quest’aspetto, il piano britannico, ad esempio, propone una serie di misure molto concrete, quali il lancio di consultazioni dedicate al copyright e brevetti in ambito IA, o la costruzione di un repository di AI challenges con applicazioni nel mondo reale. Oltre alle sopracitate, sono definite molte altre iniziative con obiettivi e tempistiche ben delineati assieme agli organi che saranno incaricati di verificarne l’efficacia.
L’attuazione del piano strategico italiano potrebbe, inoltre, far leva sul patrimonio di conoscenze, competenze e strumenti sviluppato negli anni da grandi aziende e dal settore della consulenza che, assieme agli altri stakeholder dell’ecosistema di riferimento (mondo della ricerca, Pubblica Amministrazione, start-up), rivestono un ruolo decisivo nel garantire il successo della transizione digitale del nostro Paese. Da almeno un decennio, infatti, le più grandi aziende italiane di servizi (telco, energy, banche, etc.) investono in infrastrutture, organizzazione e creazione di algoritmi di IA.
Bip, avendo captato questa necessità presso le grandi imprese, ha anticipato i tempi investendo ingenti risorse nell’ambito dell’IA per poter accompagnare i propri clienti in questo percorso sin dal 2012, ed oggi, oltre a ricoprire un ruolo di leadership nel mercato della consulenza aziendale sia in Italia che nel mondo, rappresenta la community di data scientist più grande d’Italia(3). Questo posizionamento unico ha permesso a Bip di affrontare innumerevoli sfide legate alla transizione tecnologica e digitale, ed acquisire esperienza su quali siano i punti critici e i modelli organizzativi e gestionali più efficaci. Partendo da progetti pilota capaci di dimostrare le potenzialità dell’IA, Bip ha supportato la definizione di strategie digitali e del dato, programmi di Data Literacy a tutti i livelli organizzativi, progetti di trasformazione e modernizzazione verso il Cloud, realizzando e rilasciando in produzione centinaia di modelli di IA presso le principali aziende italiane in diversi settori.
Nonostante ciò, molte delle grandi aziende italiane e la quasi totalità delle imprese di media dimensione sono in ritardo rispetto alle omologhe degli altri paesi europei per la difficoltà di auto-finanziare l’IA. Il piano strategico nazionale dovrebbe incentivare anche queste realtà (non solo le start-up che spesso vengono vendute a fondi esteri) che producono reddito e innovazione sul territorio italiano, così come il settore della consulenza, considerandoli come partner ideali per la definizione e l’esecuzione di un piano strategico nazionale di successo.
Conclusione
Siamo di fronte a un punto di svolta nel futuro del nostro Paese; le risorse a disposizione sono ingenti, a fronte di sfide da affrontare ancor più numerose. Risulta, pertanto, fondamentale una corretta gestione e pianificazione delle azioni future e la collaborazione di tutti gli attori coinvolti.
Il piano strategico pubblicato a novembre 2021 è sicuramente un buon punto di partenza. È auspicabile che, nei prossimi mesi, vengano coinvolte tutte le parti interessate, allo scopo di definire azioni incisive che ricadano sull’intera filiera, obiettivi concreti, piani dettagliati e modelli di governance ad hoc per guidare e supportare lo sviluppo del settore italiano dell’IA. Ad esempio, sarebbe di estrema utilità l’introduzione di meccanismi di monitoraggio degli investimenti, vincolandoli all’ottenimento di risultati misurabili a beneficio del tessuto economico e sociale del Paese.
Note
(1) Programma Strategico Intelligenza Artificiale 2022-2024
(3) LinkedIn Talent Insights, report del 2018 – 2019 – 2020 – 2021
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